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In questo libro faremo il punto su una serie di "avvistamenti" filosofici dell'animalità. Proveremo a chiederci che cosa siano riusciti a vedere dell'animale i filosofi che ne hanno fatto menzione nelle loro teorie; ne saggeremo le intenzioni per stabilire quanto aleatorio o irrilevante sia stato da parte loro chiamare in causa l'animale; ma cercheremo anche di valorizzare quei tentativi che possono aiutare a comprendere meglio l'animale (di terra, di mare, di cielo o di fuoco) che siamo e non possiamo non essere: decaduto e male in arnese, direbbe Nietzsche, sempre più residuale e ammaestrato, diciamo noi sulla scorta di Agamben e Derrida, ma pur sempre animale. Lo faremo servendoci di una particolare struttura espositiva, dando un capo e qualche volta una coda al nostro discorso, attraverso piccoli capitoli in cui si affronterà un tema principale e una serie di appendici (lunghe quanto una coda poco pronunciata) per brevi e specifici approfondimenti.